domenica 17 aprile 2011

A SUD DI NESSUN NORD

A Sud di nessun Nord. Dopo le ideologie ci sono rimasti i punti cardinali. La politica si fa con la bussola. Esiste l'Occidente dalla Polonia agli Stati Uniti. L'Oriente con il suo eterno pericolo giallo e il Medio Oriente che potrebbe essere anche chiamato Medio Occidente visto che sta in mezzo. Il Nord Europa giudica Pigs, maiali, i Paesi del Sud Europa, Irlanda compresa che è solo tecnicamente a Nord Ovest, in realtà è più a Sud della Spagna. Chiunque conosca un irlandese può testimoniarlo. La divisione geografica avviene come nelle matrioske, con confini sempre più ravvicinati.

Tsunami elettorale anche a Locarno!

Tsunami elettorale anche a Locarno!
Dopo la grande trombata, quale sarà il futuro della Magnolia ?
Ciao a tutti carissimi amici volatili, indistintamente con le ali o senza.
Innanzitutto il mio amico Sega d’Oro, che figurava sulla lista della Lega dei Ticinesi con il nr. 65, e che è stato brillantemente rieletto per la quinta volta, mi ha incaricato di ringraziare tutti coloro che lo hanno sostenuto e, ….cipcip e cipciop, anche coloro che non lo hanno sostenuto ma che leggono la mia rubrica settimanale.
Questa votazione con effetto Tsunami ha sconvolto non solo il Ticino e la Svizzera ma anche la vicina penisola. Nessun partito ha mai fatto parlare tanto, e per questo voglio dedicare a tutti i leghisti e i loro sostenitori una torta farcita di cipcip,…cipcio, …cipciup, cipciap e ciiiiiiippelimerlo !!!

venerdì 25 marzo 2011

(Gambarogno)

Dogane di Dirinella ed Indemini (Gambarogno)

Tempo fa avevo appreso con sollievo la notizia del potenziamento dei controlli alle dogane. Purtroppo mi ero illuso che questo aumento avrebbe coinvolto anche i valichi nel comune del Gambarogno!
Macché, i due varchi di Dirinella ed Indemini (è giusto chiamarli così) sono oramai diventati una landa desolata. I controlli mirati, posti a qualche chilometro (ad es. a Quartino) servono solo ad accertare gli onesti cittadini, viceversa: delinquenti, passatori, corrieri e quant’altro con un minimo di organizzazione passano il confine indisturbati.
Oltre a ciò, anche il servizio è compromesso, perché se si devono compilare certe pratiche si viene dirottati su altri valichi, obbligando deviazioni chilometriche e relativa perdita di tempo.
Il municipio deve darsi una mossa e chiedere che sia ripristinata subito la presenza permanente delle guardie di confine al valico. Come è accaduto per Brissago, dove si voleva trasformare il valico alla stessa stregua di quello di Dirinella, salvo poi tornare sulla decisione e mantenere il controllo 24 ore su 24.
Il ripristino del presidio e dei controlli sistematici non andrebbe solo a vantaggio del comune del Gambarogno ma pure il resto del cantone ne trarrebbe benefici, perchè è inutile chiudere e controllare le porte se si lasciano spalancate le finestre.
Dopo l’annuncio da parte del governo italiano, del trasferimento degli immigrati nord-africani da Lampedusa al resto del territorio italiano, sono attesi circa 6'000 di questi disperati pure in Lombardia. È facile dunque immaginare dove punteranno una buona parte di loro.
Non aspettiamo che diventi un’emergenza per intervenire, ma una volta tanto facciamo qualcosa preventivamente. Tanto più che adesso, in piena campagna elettorale, sembra che tutti i partiti sono concordi: i controlli sono necessari e devono essere intensificati.
Se aspettiamo, dopo il 10 aprile, rimarrà solo la Lega e l’UDC a volere questi controlli, al contrario gli altri partiti torneranno sulle loro posizioni europeiste.
Meglio prevenire che curare, ma se vogliamo, allora, facciamoci pure del male ed aspettiamo di metterci una pezza dopo l’emergenza!

Ivan Sargenti
Candidato Gran Consiglio n.73
Lega dei Ticinesi

lunedì 14 marzo 2011

Cantonali 2011 - Candidati al Consiglio di Stato

Cantonali 2011 - Candidati al Consiglio di Stato
giovedì 17 febbraio 2011
11_marco_borradori1.
Borradori Marco
06.06.1959
Lugano
Avvocato
11_michele_barra2.
Barra Michele
27.11.1952
Ascona
Impresario costruttore
11_giuliano_bignasca3.
Bignasca Giuliano
10.04.1945
Lugano
Editore e imprenditore
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Gobbi Norman
23.03.1977
Quinto
Consulente
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Quadri Lorenzo
05.11.1974
Lugano
Giornalista

Cantonali 2011 - Candidati al Gran Consiglio
sabato 19 febbraio 2011
Elezioni cantonali 2011 / Candidati al Gran Consiglio

Mendrisiotto

No Cognome Nome Data nascita Domicilio
1 Alliata Mark 06.08.1982 Novazzano
2 Bedulli Sergio 14.05.1963 Riva S.Vitale
3 Benali Yasmine 13.07.1988 Breggia
4 Camponovo Aron 20.12.1976 Chiasso
5 Canonica Claudio 05.11.1952 Mendrisio
6 Caverzasio Daniele 31.03.1975 Mendrisio
7 Lurati Ivano 13.04.1955 Novazzano
8 Lustenberger Roger 08.02.1944 Morbio Inf.
9 Martello Fabio 24.09.1975 Vacallo
10 Mazzoleni Gianandrea 30.11.1982 Vacallo
11 Pantani Rodolfo 22.06.1940 Chiasso
12 Rinaldi Dario 20.06.1945 Stabio
13 Robbiani Massimiliano 16.10.1966 Mendrisio
14 Sassi Biagio 20.01.1951 Morbio Inferiore
15 Scardamaglia Gianfranco 06.11.1962 Chiasso
16 Terrier Simon 14.09.1976 Vacallo
Luganese

No Cognome Nome Data nascita Domicilio
16 Terrier Simon 14.09.1976 Vacallo
17 Alberti Eolo 31.10.1958 Bioggio
18 Bergomi Gianni 08.03.1952 Paradiso
19 Bertolino Domenico 19.10.1964 Monte Ceneri
20 Besomi Bruno 05.01.1986 Grancia
21 Bianchetti Gian Maria 08.03.1959 Lugano
22 Bianchi Matteo 01.06.1976 Bioggio
23 Bignasca Attilio 01.11.1943 Agno
24 Bignasca Mirto 22.11.1943 Sonvico
25 Brughelli Moreno 10.08.1984 Lugano
26 Cambrosio Curzio 01.05.1963 Lugano
27 Cambrosio Gianpiero 01.06.1939 Lugano
28 Campana Felice 26.09.1954 Novaggio
29 Canonica Remo 01.04.1957 Capriasca
30 Carmine Massimo 19.10.1937 Bioggio
31 Casalini Daniele 15.05.1970 Lugano
32 Fasulo Giorgio 31.03.1970 Lugano
33 Foletti Michele 21.04.1966 Lugano
34 Fraschina Stefano 03.02.1975 Lugano
35 Gilardi Maurizio 11.12.1978 Monte Ceneri
36 Gilardi Stefano 04.05.1966 Lugano
37 Grosa Ludwig 03.01.1967 Bissone
38 Meroni Maurizio 25.03.1962 Agno
39 Minoretti Silvana 26.01.1963 Lugano
40 Ortelli Marusca 20.10.1955 Lugano
41 Paparelli Angelo 02.10.1942 Lugano
42 Petrarca Marco 06.06.1980 Lugano
43 Poretti Dario 13.10.1958 Muzzano
44 Pulino Rodolfo 28.06.1984 Lugano
45 Quadri Lorenzo 05.11.1974 Lugano
46 Rosselli Edy 07.03.1942 Savosa
47 Rückert Amanda 21.01.1987 Comano
48 Salvadé Giorgio 01.05.1949 Massagno
49 Sanvido Paolo 13.09.1966 Lugano
50 Scala Miguel 22.04.1981 Lugano
51 Seitz Giancarlo 20.08.1944 Agno
52 Szerdahelyi Stefano "Berna" 28.12.1968 Lugano
53 Termine Giuseppe 19.08.1957 Lugano
54 Trentini Mauro 06.04.1961 Cadro
55 Tumbiolo Maurizio 05.06.1962 Lamone
56 Wazzau Marco 20.10.1950 Collina d'Oro
57 Wicht Omar 10.06.1975 Lugano
58 Ziswiler Carlo 08.01.1959 Lugano
Locarnese e Valli

No Cognome Nome Data nascita Domicilio
59 Abderhalden Bruno 01.12.1949 Minusio
60 Badasci Fabio 05.07.1970 Frasco
61 Balemi Roberto 15.04.1965 Tenero
62 Barra Michele 27.11.1952 Ascona
63 Belloli Aldo 29.03.1941 Maggia
64 Beretta Romana 04.07.1958 Verscio
65 Bergonzoli Silvano 29.05.1937 Locarno
66 Berta Jean Paul 01.06.1941 Brissago
67 Buzzini Bruno 21.12.1968 Locarno
68 Caldara Omar Brunello 30.06.1976 Locarno
69 Ferrari Cleto 16.06.1963 Gambarogno
70 Giottonini Paolino 28.12.1949 Gordola
71 Lüscher Elia Maria "Lelia" 04.07.1935 Gambarogno
72 Pedroni Aldo 04.05.1948 Maggia
73 Sargenti Ivan 05.01.1966 Gambarogno
74 Scolari Jonathan 25.03.1988 Gordola
Bellinzonese e Valli

No Cognome Nome Data nascita Domicilio
75 Andreetta Simone 26.02.1984 Biasca
76 Bognuda Silvano 07.11.1954 Lodrino
77 Faranda Luca 25.04.1992 Dalpe
78 Gobbi Norman 23.03.1977 Quinto
79 Guerra Michele 11.11.1985 Pollegio
80 Jorio Giancarlo 22.02.1945 Giubiasco
81 Marconi Angelo 03.06.1961 Bellinzona
82 Menghetti Claudio 08.11.1955 Claro
83 Minotti Mauro 26.05.1963 Bellinzona
84 Passoni Alberto Jr. 12.01.1951 Bodio
85 Poggi Donatello 07.04.1956 Biasca
86 Pons Mattia 18.08.1991 Faido
87 Ponzio Monique 04.01.1967 Bellinzona
88 Ramsauer Patrizia 09.07.1962 Giubiasco
89 Tenchio Marco 07.01.1945 Bellinzona
90 Torriani Alessandro 26.06.1944 Arbedo-Castione

mercoledì 2 marzo 2011


Vota LEGA, l'originale!

02/03/2011
Verdi e PPD in cerca di voti con i temi e le argomentazioni della LEGA! Quando lo dice la LEGA è populismo, ma quando lo dicono loro sono proposte valide e concrete... Solo sciacallaggio elettorale, ma la gente sa chi sono gli autentici leghisti!
Lo sciacallaggio elettorale di PPD e dei Verdi sta raggiungendo vette inaspettate. I PPDini, responsabili del Dipartimento a cui fa capo la polizia cantonale, hanno cominciato a cavalcare i temi della sicurezza. Da che pulpito! La responsabilità della mancanza di sicurezza in questo cantone è proprio del Gigio Pedrazzini (PPD). Chiaro? E del PPD che ha voluto, assieme agli altri partiti $torici, l'entrata della Svizzera nel sistema Schengen. Quell'accordo che ci ha fatto smantellare le nostre frontiere in nome di una sicurezza europea (?).
Intanto i Verdi hanno prima proposto uno Statuto speciale per il Canton Ticino rispetto agli altri cantoni. Non contenti di questa copia di leghismo hanno proposto degli sgravi fiscali per le aziende che assumono personale residente! LA LEGA dice queste cose da vent'anni...

domenica 27 febbraio 2011

NOI CI SIAMO!

NOI CI SIAMO!
La LEGA dei Ticinesi presenta 3 validi candidati per difendere gli interessi del Gambarogno in quel di Bellinzona.
Lelia Lüscher, Ivan Sargenti e l’uscente Cleto Ferrari si presentano quali candidati per un seggio nel Gran Consiglio ticinese. Il compito dei nostri impavidi ,qual’ora fossero eletti , non sarà solo quello di discutere delle varie tematiche che interessano  Il Ticino; ma anche far sentire una voce di questo Gambarogno, sempre più dimenticato, il cui unico scopo per il Cantone sembra essere quello di fornire una discarica e di inalare i fumi sempre più  impellenti dei gas di scarico …. Ma Gambarognesi … siamo di più.. . lasciatecelo dimostrare.
Sabrina Fiala Presidente Gruppo Lega dei Ticinesi del Gambarogno

lunedì 21 febbraio 2011


Gheddafi può macellare. Col beneplacito dell’Ue (Italia in primis)

21/02/2011
Sembra di rivedere lo stesso film, ma non ci si annoia mai. I moralisti di mezzo mondo, sempre pronti a calare lezioni di etica e morale alla Svizzera, tacciono imbarazzati mentre il loro satrapo di riferimento in Nord Africa reprime nel sangue le ribellioni popolari. E mentre le loro aziende vendono armi a mezzo mondo.
Eccoli qui quelli che, dall’alto dei loro scranni, pontificano di diritti umani, pace, democrazia. Che accusano un intero popolo, quello svizzero, di essere xenofobo e razzista se mette al bando i minareti dopo una democratica votazione popolare, o espelle spacciatori di droga stranieri, immigrati illegalmente nel nostro Paese. Eccoli qui quelli che hanno non il coraggio, ma la temerarietà di chiamare a rapporto la Svizzera ogni qualvolta i suoi cittadini prendono decisioni che non piacciono agli ipocriti di turno. Eccoli qui quelli che si scandalizzano se un cittadino Ue porta soldi nel nostro Paese, ma vendono armi a tutti gli aguzzini della Terra.
Apprendiamo oggi che la crisi economica non ha toccato il mercato mondiale delle armi: lo stima l'istituto internazionale di Stoccolma per le ricerche sulla pace nel suo rapporto annuale sulle aziende leader nel settore. Stati Uniti ed Ue la fanno da padrone, conquistando oltre il 90% del mercato mondiale, rispettivamente con 247 e 120 miliardi di dollari.
Delle 33 aziende europee, tra le prime 100 al mondo, 26 sono dislocate in Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna. Proprio i coglioni che si scandalizzano se i loro cittadini depositano denaro in Svizzera, ma foraggiano opere di bene altamente civili e morali, come le guerre.
E per quanto riguarda quello che sta capitando in queste ore in Libia, zitti. Muti. Senza parole, ora che il loro amichetto Gheddafi fa reprimere nel sangue le rivolte, applaudite solo quando si verificano in Paesi in cui loro hanno qualcosa da ridire.
Circa 300 morti in varie regioni della Libia cosa volete siano mai, davanti a succulenti contratti con Tripoli? Germania e Francia si sono limitate a qualche parola di circostanza. Ma tutti gli altri hanno perso il dono della parola. I più falsi e ipocriti del gruppo, attualmente, sono forse britannici e italiani (questi ultimi, del resto, una costante storica in fatto di alleanze tradite e doppiogiochismo).
Dal momento che, con il satrapo botulinato di Tripoli, stanno intessendo da anni affari d’oro, hanno deciso che in Libia è meglio non mettere becco. Il mondo dimenticherà, come ha dimenticato piazza Tienanmen, a Pechino.
Un paio di anni fa, il governo di Sua Maestà ha ridato la libertà al responsabile libico dell’attentato di Lockerbie, quando un Boeing 747 americano esplose in volo in Scozia, dopo la detonazione di un esplosivo. Nel disastro aereo morirono 270 persone. La responsabilità di Gheddafi è stata accertata nel corso degli anni, in modo inconfutabile. Ma gli affari sono affari… Dal momento che c’erano e ci sono in ballo succulenti contratti in materia energetica, l’esecutivo britannico ha deciso di dimenticare questa faccenda da niente, ha firmato qualche contratto e ha restituito alla Libia il responsabile della morte di 270 persone.
L’Italia, poi, che in Libia ha commesso atrocità durante la seconda guerra mondiale, prontamente perdonategli dal pagliaccio sanguinario di Tripoli, ha deciso il silenzio più assordate, visto che è il Paese europeo con i maggiori rapporti economico commerciali con i cugini beduini.
Ieri sera, il Tg della gloriosa Rsi ha dato notizia , quasi con altrettanta enfasi, delle ribellioni in Libia, e di proteste in Iran. 300 morti contro uno. La stessa, cosa no?
E che dire, poi, della “breve”, relegata in fondo al Tg, sulle rivolte in Cina? Qualcosina come 100 arresti e un numero imprecisato di feriti, ma cosa volete sia mai. La Cina ormai è la potenza nascente, quella con cui, anche la Svizzera, intesse affari d’oro.
La storia, insomma, si ripete. Però non si vede perché mai il nostro Paese debba sempre accettare tutti i ricatti di questo mondo, chinare la testa di fronte agli abbai degli Usa (ad esempio sui sorvoli americani in territorio svizzero con a bordo cittadini rapiti) o i ringhi dell’Ue (ad esempio sul segreto bancario) e non debba mai reagire con fermezza.
Perché la Real Politik deve essere praticata solo dagli altri , e non dalla Svizzera?
Berna ha svariate carte in mano da giocare per farsi rispettare. Dalla rimessa in discussione di trattati come Schengen, ai Bilaterali (ovviamente dopo aver ricoinvolto il popolo), dalla cancellazione delle imposizioni dettate dall’Ocse alla costruzione di un muro lungo il confine con l’Italia per far fronte all’ondata di immigrati dal Nord Africa che ci sommergerà, non è necessario essere simpatici al mondo. Ma è necessario farsi rispettare.
Boutade? Niente affatto. Un piccolo aneddoto. Ricordate quando i germanici, pochi anni fa, presero a controllare minuziosamente le auto al confine, provocando colonne spaventose, per giorni, proprio per fare pressioni sulla Svizzera? E perché mai, certe decisioni, possono adottarle solo gli altri?
Davanti alle proteste della comunità internazionale basterà ricordare le ipocrisie e la falsità degli altri. E seppellirle in un mare di risate.
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Parco Adula Intervento 21 02 11 (R. 6421) per il gruppo LEGA dei Ticinesi

Parco Adula Intervento 21 02 11 (R. 6421) per il gruppo LEGA dei Ticinesi


In questo rapporto ci sono due aspetti di rilevanza politica poco approfonditi e, se considerati, ci portano ad una chiara ed unica conclusione.

Il primo aspetto emerge dalla
scelta di fondo.
Se di principio possiamo ritenere che la creazione di un parco possa rappresentare un’opportunità di sviluppo per una regione, va data attenzione alla scelta del tipo di parco, in quanto la Legge mette a disposizione tipologie con accenti molto differenziati.  In questo caso specifico va pertanto soppesato attentamente quale tipo di parco di valenza nazionale sia il migliore per la valle di Blenio, quale sposi meglio il comprensorio, la sua realtà, la sua cultura, la sua storia, la gente che vi opera.

La Legge che regolamenta i parchi ha preso contorni definiti nel 2005. Questa legge ora prevede tre tipi di parchi d’importanza nazionale, di cui due possono rientrare nella realtà ticinese:
    Il tipo Nazionale costituito da vasti territori a carattere essenzialmente naturale e che persegue tre obiettivi principali: la protezione degli ecosistemi, i quali devono evolversi liberamente; l’offerta di spazi ricreativi e di possibilità educative alla popolazione; la promozione di ricerche scientifiche sulla fauna e sulla flora indigene nonché sui processi naturali;

    Il tipo naturale regionale, che comprende vasti territori rurali degni di nota e abitati dall’uomo. Esso contribuisce concretamente  alla creazione di condizioni favorevoli allo sviluppo sostenibile, all’educazione ambientale, alla scoperta del patrimonio naturale e culturale, come pure alla promozione di tecnologie innovative e rispettose dell’ambiente;

Per quanto riguarda il lato ticinese del Parco Adula, il comprensorio toccato è quello della Valle di Blenio. Per chi conosce la realtà della valle di Blenio, dalle definizioni appena citate risulta chiaro che questa regione, se dovesse ritenere necessario istituire un parco, questa regione sposa per mentalità di chi vi vive e per situazione reale che si riscontra, solo e solamente un parco di valenza nazionale del tipo naturale regionale. È una Valle che conta ancora il 26% della popolazione attiva nel primario ed esegue una marcata gestione del territorio che unita ai nuclei abitati crea un paesaggio sicuramente degno di nota. Grazie a queste caratteristiche sempre più rare, gestione di qualità del territorio e architettura tradizionale, questa è una regione che se nel tempo riuscirà a tramandare questi aspetti concorrenziali, potrà godere di grande attrattiva. Se valutiamo da questo punto di vista i territori che le altre tre regioni coinvolte nel progetto Adula mettono a disposizione non esiste paragone con la parte ticinese.

Alcuni studi a livello nazionale hanno evidenziato che l’attuale parco nazionale dell’Engadina che esiste da ben cento anni ha portato ricadute economiche in particolare in quanto nella regione ci sono già importanti infrastrutture d’accoglienza. Nel progetto parco Adula le infrastrutture d’accoglienza si situano ai margini delle regioni della Surselva e non da noi.

A ulteriore completazione del messaggio e del rapporto, sempre in merito alla scelta di fondo, è importante segnalare che il progetto di creare il parco nazionale Adula è nato nel 2000 a seguito di un concorso di Pronatura che metteva sul tavolo ricchi premi. A quel concorso aderirono sei o sette regioni della svizzera. Oggi resta in gara solo il Ticino con il progetto Parco Adula e forse anche con il progetto Parco del locarnese.
Nel frattempo a livello nazionale sono stati riconosciuti altri tre parchi di valenza nazionale del tipo naturali regionali, e si sono candidati, accanto al progetto Adula, l’unico del tipo  nazionale, ben altri 14 del tipo regionali naturali. Forse dovremmo imparare qualcosa anche dal resto della svizzera che quando si tratta di fare i propri affari è molto brava.

Bisogna anche segnalare che il progetto parco Adula logicamente, per natura, non riscontra particolare sostegno dalla gente della valle e nel 2009 quando i Municipi sono stati chiamati ad una prima decisione, è stato salvato da uno stato quasi agonizzante, tramite una lettera del Vicedirettore del BAFU (UFAM). Lettera che merita un premio per le particolari doti artistiche nel menar il can per l’aia. Fa sorridere come un progetto di squisita valenza territoriale che lo si vorrebbe spinto dal basso, si giochi su cavilli giuridici e interpretazioni d’ordinanze e metta in secondo piano la chiarissima, univoca volontà del legislatore che si evince dalle citate definizioni dei tipi di parco proposti.
 
Sembrerebbe che questo progetto sia più voluto dal BAFU e da Uffici cantonali, che dalla gente della Valle di Blenio, la quale per storia anche loro sono artisti ma nel gestire il territorio, nel creare prodotti unici, nel creare biodiversità attraverso il lavoro con la natura, e ai tempi dell’emigrazione sono stati tra  i migliori artigiani nelle principali città d’Europa assieme ad altri artisti ticinesi  provenienti da altre valli.  Questa ricca storia e chi la raccoglie in eredità chiaramente non sposa la mentalità del parco di tipo nazionale in cui vige prioritariamente il tutelare e proteggere e dove l’uomo sembra solo una presenza scomoda e negativa nei confronti della natura.

In questo contesto approvando questo credito corriamo il rischio di fare perdere tempo alla Valle di Blenio! Non gettiamo alle ortiche altri 5 anni  e mezzi pubblici per arrivare poi al momento della votazione a dover riconoscere quello che di fatto si poteva capire già dieci anni fa, ossia che se riteniamo di fare un parco di valenza nazionale in Valle di Blenio l’unico condivisibile è quello del tipo naturale regionale.

Il secondo aspetto di valenza politica di questo credito che non emerge nella trattazione è legato ai rapporti del Cantone con Berna.
Da Berna riceviamo dai soliti Uffici troppi segnali negativi e mortificanti per la nostra cultura, per la nostra storia e per le nostre autorità. Pensiamo al tema rustici. Pensiamo al no attuale alla sistemazione della strada a scopo agricolo di Leontica dove per poter accedere ai sussidi federali, ora spunta anche la richiesta di risanare gli “abusi” sui rustici. Questa potrebbe essere un’avvisaglia del  tormentone che ci trascineremmo per anni nel caso in cui il PUC-PEIP dovesse essere “magnanimamente accolto” da Berna ritirando il ricorso. Pensiamo poi ai vincoli e ritardi che sta subendo il progetto di risistemazione del centro di sci nordico di Campra.
Un aneddoto da solo la dice lunga.  È indelebile l’arroganza e baldanza del BAFU nei confronti dei ticinesi quando alcuni anni fa per un solo centimetro di corna di camoscio concesso dal CdS, immediatamente e senza farsi troppi problemi il BAFU mise in ginocchio il CdS minacciando di tagliare tre milioni di sussidi alle foreste.
Sempre in tema parchi, sul Piano di Magadino, con l’appoggio d’Uffici dell’amministrazione cantonale, si stanno allungando i tentacoli del BAFU volti a prenderci anche questo pregiato territorio.

Sarebbe tempo di ristabilire rispettosi equilibri e una mentalità sana nei confronti della natura e rispettosa delle nostre origini.  
Questo degenerato aspetto relazionale con l’amministrazione federale, se abbiamo ancora un po’ d’orgoglio, ci dovrebbe indurre a dire di accantonare il progetto parco Adula e altri progetti simili che promuovono sterili divieti, che sono più un sintomo d’involuzione delle capacità artigianali umane che di progresso.

Per gli aspetti qui sollevati che non fanno altro che dimostrare una scelta di fondo sbagliata del tipo di parco, che stride con la realtà censita in Valle di Blenio e per portare a miti consigli i nostri autoproclamati tutori di Berna, siamo del parere che la Valle di Blenio sposi, semmai promosso, un Parco di valenza nazionale del tipo naturale regionale in cui si rimetta al centro del progetto l’uomo, la sua storia e cultura e le sue capacità artigianali volte a creare vero valore aggiunto.


Per il Gruppo LEGA dei Ticinesi Cleto Ferrari

giovedì 17 febbraio 2011

Da Ticinolibero








Lunedì Giuliano Bignasca era ospite di Contesto, trasmissione della RSI La1. Martedì il Nano fa sapere, a quelli della RSI, che in Via Monte Boglia si incontra con Franco Lazzarotto, già vicepresidente del PLRT, popolare direttore delle scuole medie di Biasca, nonché ex presidente di Castellinaria.

Ed ecco scoperto l’arcano. Il nome che avrebbe potuto sostituire Giuliano Bignasca sulla lista della Lega era quello di Lazzarotto. E sarebbe stato un colpo ad effetto, da parte della Lega. Eclissata questa ipotesi, il Nano se l’è giocata tutta sul piano pubblicitario. Far sapere ai media della discussione fra Bignasca e Lazzarotto in Via Monte Boglia, in vista di un passaggio alla Lega di quest’ultimo, è un ottimo spot pubblicitario per il partito di Borradori.

Ormai sono mesi che i Bignasca (Giuliano e Boris) sono indaffarati in un’articolata campagna acquisti. Prima Paolo Sanvido (proveniente dal PPD), poi Cleto Ferrari (PS Ticino), e Rodolfo Pulino (Partito comunista). A giorni verrà ufficializzato (TicinoLibero è l’unico portale che l’aveva anticipato già qualche settimana) il passaggio di Giancarlo Seitz, che da ex PLRT (area radicale) poi diventato socialista, si appresta ora ad entrare nella corte del Nano. E adesso Franco Lazzarotto.

I Bignasca si sono mossi a 360 gradi per rafforzare la squadra. Ora ci manca solo che la Lega riesca a portare fra le sue fila Giovanni Cansani, ex municipale socialista di Lugano molto amato dalla sua base, ed ecco che la Lega diverrebbe la più forte.

Anzi, se ci è consentita una licenza di fantapolitica, il Nano potrebbe uscire dalla lista il 21 febbraio e farsi sostituire da un uomo che di numeri e cifre ne capisce molto come Alfonso Tuor, già responsabile dell’informazione della radio e delle pagine economiche del Corriere, ora “esiliato” in Cina. Questo, secondo noi, sarebbe un bel coup de théâtre, e garantirebbe matematicamente alla Lega il raddoppio in governo.

Ma lasciamo da parte la fantapolitica. Bignasca ha dichiarato che sarà proprio lui ad essere in lista. E a questo punto, probabilmente, se venisse eletto, lascerebbe al terzo più votato (Gobbi o Quadri) l’onore di affiancare Borradori in governo.

A prescindere da queste nostre speculazioni, la questione politica da mettere in risalto è un’altra. Oggi, la Lega è l’unico partito a riuscire a far campagna acquisti negli altri partiti. E non è scontato che un partito con un presidente a vita, dove non esistono particolari organi interni (congresso, comitato cantonale, direzione, …), riesca ad essere seducente nei confronti di personaggi politici di primo piano come Franco Lazzarotto o Giancarlo Seitz. La domanda da porsi è quella dello stato di salute dei partiti storici. Alcuni loro esponenti decidono di lasciarli, per andare alla corte del presidente a vita. Certo, qualcuno potrebbe dire che si tratta di arrivismo personale. E può anche essere, ma se qualcuno preferisce la Lega ai partiti storici, forse vuol dire che il livello di dialettica e di dibattito interno nei vecchi partiti non è chissà che cosa. Uno ragiona, e se è vero che nella Lega c’è un padre-padrone, è anche vero che gli altri partiti sono gestiti dai “clan” (sempre gli stessi da decenni), che decidono cosa fare, chi sostenere e quale nome isolare. C’è poi così tanta differenza?

La campagna acquisti della Lega mostra la debolezza e il declino dei partiti storici. Sempre più in mano ad una “cricca” (spesso mediocre), che funziona con criteri più amicali e fideistici che per meriti. Sempre più persone si allontanano dai partiti. E se anche il PS Ticino, nel 2007, decide di non candidare per il Consiglio di Stato un Sergio Savoia (preferendogli una Pelin Kandemir Bordoli), obbligandolo di fatto a migrare verso una formazione politica minore, come i Verdi, vuol dire che i socialisti non sanno riconoscere il talento, se non politico perlomeno di comunicazione politica. Stessa sorte era successa, qualche anno prima, a Brenno Martignoni, allora giovane esponente del PLRT di Bellinzona, che però non lo voleva come sindaco. La cittadinanza di Bellinzona invece sì. E l’elenco potrebbe continuare. Ora semplicemente Bignasca aggrega i nomi buoni che i clan che gestiscono i partiti storici decidono di isolare. In un mondo sempre più “liquido e decostrutto”, le segreterie dei partiti contano sempre meno.

E se qualcuno si soffermasse a riflettere sull’incontro fra Lazzarotto e Giuliano Bignasca, che si è tenuto martedì, e sulle dichiarazioni dell’ex vicepresidente PLRT quando dice che per lui ormai le cantonali sono un capitolo chiuso, forse dovrebbe interrogarsi perché Bignasca pensa di aggregare e “valorizzare” questo liberalradicale e il suo partito no. È chiaro a tutti che il Nano voleva nella lista per il Consiglio di Stato il direttore delle scuole medie di Biasca. Il PLRT di Gianora ci aveva mai pensato di “utilizzare” Lazzarotto come candidato per il governo?

La commissione cerca di Fulvio Pelli ed Edo Bobbià, ha mai tenuto in considerazione il nome dell’ex presidente di Castellinaria?

Tenuto conto che a lasciare è Gendotti, che guida il dipartimento della scuola e della cultura, era così strano candidare un nome che da una vita lavora nella scuola e che è statopresidente di una delle più importanti manifestazioni culturali di questo cantone? No, si è preferito puntare sullo sconosciuto Raffaele Tognacca, e poi su Marco Tela. Ma Tognacca e Tela cos’hanno fatto per il PLRT in più di Lazzarotto? E per il Canton Ticino? Certo, Lazzarotto è sopracenerino. E bisognava a tutti i costi mettere in lista Christian Vitta, giovane economista cresciuto “nell’arcipelago” della Fidinam (creatura di Tito Tettamanti). E Sergio Morisoli, uomo Credit Suisse, braccio destro di Marina Masoni, e voce liberista di Comunione e Liberazione. È così che i Franco Lazzarotto vengono sempre lasciati da parte. Ma forse, in questa campagna elettorale, avrebbe potuto dire qualcosa di non-generico e con cognizione di causa sulla scuola ticinese, che fino a prova contraria è la più grande “agenzia” formativa, culturale e di integrazione di questo Cantone.

Ma nei partiti storici non si è più considerati. E preso atto che nessuno ha criticato severamente la commissione cerca del PLRT per il lavoro svolto, non resta che cambiare casacca.

P.S.: il Corriere del Ticino di Giancarlo Dillena e Fabio Pontiggia ha pubblicato il suosondaggio elettorale, che da Morisoli eletto in governo. Non avevamo dubbi che il foglio di Muzzano riuscisse a prevedere l’elezione del ciellino liberista e la totale debacle della socialista Chiara Orelli, la candidata che più di altri si sta profilando sulla laicità. Quattro anni fa a Muzzano avevano messo in cantiere il foglio gratuito “Corriere buongiorno”. Oggi le ristrettezze economiche limitano il tutto ai sondaggi.

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