Sembra di rivedere lo stesso film, ma non ci si annoia mai. I moralisti di mezzo mondo, sempre pronti a calare lezioni di etica e morale alla Svizzera, tacciono imbarazzati mentre il loro satrapo di riferimento in Nord Africa reprime nel sangue le ribellioni popolari. E mentre le loro aziende vendono armi a mezzo mondo.
Eccoli qui quelli che, dall’alto dei loro scranni, pontificano di diritti umani, pace, democrazia. Che accusano un intero popolo, quello svizzero, di essere xenofobo e razzista se mette al bando i minareti dopo una democratica votazione popolare, o espelle spacciatori di droga stranieri, immigrati illegalmente nel nostro Paese. Eccoli qui quelli che hanno non il coraggio, ma la temerarietà di chiamare a rapporto la Svizzera ogni qualvolta i suoi cittadini prendono decisioni che non piacciono agli ipocriti di turno. Eccoli qui quelli che si scandalizzano se un cittadino Ue porta soldi nel nostro Paese, ma vendono armi a tutti gli aguzzini della Terra.
Apprendiamo oggi che la crisi economica non ha toccato il mercato mondiale delle armi: lo stima l'istituto internazionale di Stoccolma per le ricerche sulla pace nel suo rapporto annuale sulle aziende leader nel settore. Stati Uniti ed Ue la fanno da padrone, conquistando oltre il 90% del mercato mondiale, rispettivamente con 247 e 120 miliardi di dollari.
Delle 33 aziende europee, tra le prime 100 al mondo, 26 sono dislocate in Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna. Proprio i coglioni che si scandalizzano se i loro cittadini depositano denaro in Svizzera, ma foraggiano opere di bene altamente civili e morali, come le guerre.
E per quanto riguarda quello che sta capitando in queste ore in Libia, zitti. Muti. Senza parole, ora che il loro amichetto Gheddafi fa reprimere nel sangue le rivolte, applaudite solo quando si verificano in Paesi in cui loro hanno qualcosa da ridire.
Circa 300 morti in varie regioni della Libia cosa volete siano mai, davanti a succulenti contratti con Tripoli? Germania e Francia si sono limitate a qualche parola di circostanza. Ma tutti gli altri hanno perso il dono della parola. I più falsi e ipocriti del gruppo, attualmente, sono forse britannici e italiani (questi ultimi, del resto, una costante storica in fatto di alleanze tradite e doppiogiochismo).
Dal momento che, con il satrapo botulinato di Tripoli, stanno intessendo da anni affari d’oro, hanno deciso che in Libia è meglio non mettere becco. Il mondo dimenticherà, come ha dimenticato piazza Tienanmen, a Pechino.
Un paio di anni fa, il governo di Sua Maestà ha ridato la libertà al responsabile libico dell’attentato di Lockerbie, quando un Boeing 747 americano esplose in volo in Scozia, dopo la detonazione di un esplosivo. Nel disastro aereo morirono 270 persone. La responsabilità di Gheddafi è stata accertata nel corso degli anni, in modo inconfutabile. Ma gli affari sono affari… Dal momento che c’erano e ci sono in ballo succulenti contratti in materia energetica, l’esecutivo britannico ha deciso di dimenticare questa faccenda da niente, ha firmato qualche contratto e ha restituito alla Libia il responsabile della morte di 270 persone.
L’Italia, poi, che in Libia ha commesso atrocità durante la seconda guerra mondiale, prontamente perdonategli dal pagliaccio sanguinario di Tripoli, ha deciso il silenzio più assordate, visto che è il Paese europeo con i maggiori rapporti economico commerciali con i cugini beduini.
Ieri sera, il Tg della gloriosa Rsi ha dato notizia , quasi con altrettanta enfasi, delle ribellioni in Libia, e di proteste in Iran. 300 morti contro uno. La stessa, cosa no?
E che dire, poi, della “breve”, relegata in fondo al Tg, sulle rivolte in Cina? Qualcosina come 100 arresti e un numero imprecisato di feriti, ma cosa volete sia mai. La Cina ormai è la potenza nascente, quella con cui, anche la Svizzera, intesse affari d’oro.
La storia, insomma, si ripete. Però non si vede perché mai il nostro Paese debba sempre accettare tutti i ricatti di questo mondo, chinare la testa di fronte agli abbai degli Usa (ad esempio sui sorvoli americani in territorio svizzero con a bordo cittadini rapiti) o i ringhi dell’Ue (ad esempio sul segreto bancario) e non debba mai reagire con fermezza.
Perché la Real Politik deve essere praticata solo dagli altri , e non dalla Svizzera?
Berna ha svariate carte in mano da giocare per farsi rispettare. Dalla rimessa in discussione di trattati come Schengen, ai Bilaterali (ovviamente dopo aver ricoinvolto il popolo), dalla cancellazione delle imposizioni dettate dall’Ocse alla costruzione di un muro lungo il confine con l’Italia per far fronte all’ondata di immigrati dal Nord Africa che ci sommergerà, non è necessario essere simpatici al mondo. Ma è necessario farsi rispettare.
Boutade? Niente affatto. Un piccolo aneddoto. Ricordate quando i germanici, pochi anni fa, presero a controllare minuziosamente le auto al confine, provocando colonne spaventose, per giorni, proprio per fare pressioni sulla Svizzera? E perché mai, certe decisioni, possono adottarle solo gli altri?
Davanti alle proteste della comunità internazionale basterà ricordare le ipocrisie e la falsità degli altri. E seppellirle in un mare di risate.
cg
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