Stand di tiro a Malvaglia.
Si sta già accendendo la discussione attorno al prospettato progetto volto ad adeguare l'esistente stand della Leggiuna anche al tiro per i cacciatori. Inizialmente il guardiacaccia della regione e consorte avevano sollevato dubbi in merito a questo ampliamento adducendo motivi legati al disturbo delle famiglie e degli animali nella vicina zona protetta, chiedendo alle autorità locali di informare correttamente. In seguito in questi giorni si è creato un gruppo d’abitanti scettici.
A questi interventi le autorità rispondono che al momento il progetto non è ancora arrivato nelle loro mani, ma è in attesa del preavviso cantonale.
Permettetemi di esprimermi quale originario di Ludiano che coltiva vigneti e che ha potuto farsi un'esperienza a livello cantonale della problematica. Ho avuto anche il piacere di coordinare la petizione “Cervi e cinghiali che disastro!”.
Premetto che non faccio parte d’associazioni o di gruppi sportivi che praticano il tiro e che ho eseguito i tiri militari richiestimi quale soldato semplice. Premetto anche che non conosco il progetto se non per degli articoli letti sui quotidiani.
Ero favorevole allo stand di tiro del Ceneri presso il Comune di Rivera in quanto sarebbe stato un primo riordino territoriale. Si sarebbero tolti alcuni stand da centri densamente abitati per concentrarli in uno unico, moderno e discreto. Ero anche favorevole in quanto rispetto chi si reca allo stand. È gente che ha un rapporto etico e professionale con le armi e tra di loro ci sono sportivi e cacciatori. Ero anche favorevole in quanto non possiamo continuare a predicare solidarietà e tolleranza e ad una richiesta legittima di una minoranza della popolazione poi negarla.
A Malvaglia si parla dell'estensione alle necessità dei cacciatori di uno stand di tiro esistente.
Oggi non me la sento di negare a priori alla categoria dei cacciatori spazi per le loro esigenze, richiesti anche a seguito di leggi esistenti.
In Ticino negli ultimi anni grazie ad una più corretta applicazione della procedura legata ai risarcimenti per danni da ungulati, cervi e cinghiali in primis, abbiamo raggiunto indennizzi versati dall'Ente pubblico superiori ai seicentomila Franchi annui. A questi indennizzi va aggiunto un elevato importo per franchigia, un altro importo per parziale indennizzo del danno reale e ancora uno per casi che per difetti di procedura restano esclusi che si accollano i danneggiati. Per stima in Ticino raggiungiamo un importo annuo complessivo per danni da ungulati di parecchio superiore al milione di franchi che va a carico di contribuenti, agricoltori e privati cittadini.
Agricoltori e singoli privati da anni hanno segnalato questo crescente e dilagante problema dei danni da ungulati e ad inizio 2009 si sono uniti sotto la petizione “Cervi e cinghiali che disastro” con più di novemila firme.
Nel difficile inverno 2008/2009 ca. mille cervi sono morti di stenti e per incidenti di non indifferente pericolosità anche per gli automobilisti (e purtroppo la Valle ne sa qualcosa). La popolazione di cervi era e dalle statistiche risulta essere ancora troppo elevata.
L'equazione troppi cervi Uguale a troppi danni, Uguale a troppa spesa pubblica e privata per danni, Uguale a troppe morti di ungulati per incidenti e stenti per mancanza di foraggio (in caso di inverni rigidi) è logica e comprovata.
Personalmente ringrazio tutta la categoria di cacciatori per il loro importante tributo che danno alla regolamentazione di queste popolazioni, nonostante il poco riguardo nei loro confronti da parte di una fetta della società e per le crescenti formalità amministrative con cui li si sovraccaricano talvolta inutilmente.
Al momento di un’eventuale concreta discussione sul ventilato progetto invito il guardiacaccia e consorte ed il gruppo di abitanti scettici a voler tenere in considerazione anche questi aspetti e a ricordarsi che proprio a Malvaglia, Ludiano, Semione e Loderio i viticoltori, gli agricoltori in generale e anche privati sono confrontati a troppi danni. Per ripararsi a seguito anche dell'assenza di una sufficiente pressione venatoria in quelle zone sono stati costretti a dover recintare le loro coltivazioni creando spesso vere piccole brutture paesaggistiche e ostacoli faunistici.
Cleto Ferrari, deputato in Gran Consiglio, LEGA (Indipendente)
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